se howie incontra rookie
scritto mercoledì 14 marzo 2007 alle 11:05Senza filosofie e dubbi ontologici la vita fa il suo ingresso violento e prepotente sulle scene; scene che parlano dell’emarginazione del nostro tempo; scene che parlano del fascino e della miseria di un mondo marginale e periferico; scene che hanno al centro un mondo sospeso, il sottofondo visivo di ragazzi con “il culo a forma di sella di motorino”. Osservare e forse capire questo mondo attraverso il teatro, è in qualche modo una delle finalità di “Trend – nuove frontiere della drammaturgia britannica”, la rassegna ospitata dal Teatro Belli che giunge alla sua quarta tappa con “Howie the Rookie”, da un testo di Mark O’Rowe, tradotto da Noemi Abe per Ascanio Celestini e Roberto Latini.
Una scena carica di scatoloni, a costruire i dedali infiniti della memoria e dell’incontro casuale, una scena sulla quale Roberto Latini e Ascanio Celestini si muovono come fantasmi robotici del presente a rievocare i fatti del passato. E’ questo il particolare allestimento che i due giovani attori-registi hanno pensato, per dipingere un mondo fatto di violenze ed affetti impotenti, in cui il tragico epilogo non può che essere uno schianto e una morte altrettanto vani.
E nuovamente la periferia inglese si universalizza, il ponte fra la Roma e la Londra di oggi diviene cosa concreta, ma in “Howie the Rookie” questo processo assume tinte nettamente più esistenzialistiche rispetto ai toni dei precedenti spettacoli: i movimenti meccanici di Ascanio Celestini e Roberto Latini innalzano e sfondano pareti, compongono labirinti mnemonici silenziosi, in cui la ricostruzione degli eventi si muove irregolarmente fra registrazioni di racconti e parlato comune, con tutta la vuota poesia delle morti antieroiche.
Altro punto di allontanamento dalla rassegna di Rodolfo di Giammarco sta nel linguaggio, che mantiene quella carica di violenza dei testi precedenti, ma allo stesso tempo ripulendosi delle gergalità più evidenti, trasformando il dialetto in atteggiamento più che in modo di parlare ed inquinando le iterazioni e gli intercalare più comuni con la poetica sicura dei due registi-attori, che in tal modo smembrano il tessuto dei personaggi imponendogli i propri originali modi e dei movimenti; è così che due poetiche nostrane si incontrano ottenendo una miscela non sempre amalgamata ma da un effetto per certi versi spiazzante. In alto un manichino in punto di frammentarsi, ad osservare quelle intercapedini narrative in cui i personaggi incrociano le proprie esistenze, confondendole e confondendosi per un momento in un'unica personalità: Howie the Rookie.
Lo spettacolo uscirà dal Belli il 22 aprile e sarà seguito da “Two” un testo di Jim Cartwright messo in scena da Adriana Martino per L’Albero Teatro Canzone.