Sogno numero tre
scritto giovedì 24 giugno 2010 alle 00:26
Nel tunnel delle lenzuola.
Sempre più giù nel nero tenebra.
Sarebbe rimasto sospeso per qualche ora sulla cima del grattacielo.
Come in quelle foto un po’ chapliniane del Rockfeller Centre in costruzione.
Gli operai irlandesi a mangiarsi il panino a duecento metri da terra.
Settanta piani di modernità senza barriere.
Sorridenti di una specie di age d’or del ritmo industriale.
Del ferro e dell’acciaio.
Ma lui era sospeso sul legno senza nessun Charles Ebbets a fotografarlo.
Solo una trave di legno su cui stare.
Ed un tetto che veniva giù pezzo per pezzo.
Sull’altro lato del tetto una passarella gira, anche lei.
E porta l’amico di sempre.
Lo fa volare in alto. E non sembra leggero.
bruciature sulla schiena
Un rumeno rompe il computer e continua a chiamarlo televisione mentre noi si fa un enorme barbecue in collina.
Sembra quasi California.