Davide Enia: epopea calcistica e storia privata

scritto venerdì 13 ottobre 2006 alle 14:25

davide enia in

La scena del tutto spoglia, qualche microfono qua e là, due sedie, un misterioso rettangolo rosso di legno. Il fiume vorticoso di parole di Davide Enia non ha bisogno di supporti visivi e gioca tutto sull’evocazione. Un ingresso dimesso sul palco, addosso la maglietta rosa-nero del Palermo, e prende vita “Italia-Brasile 3 a 2”, piccolo grande caso nel teatro di narrazione italiano, che dal 30 novembre al 5 dicembre ha riempito le sale del Piccolo Eliseo.
Lo spettacolo inizia così, con un prologo mozzafiato in cui l’emozionante tensione affabulatoria si intreccia alle straordinarie musiche di Salvatore Compagno e Giulio Barocchieri. Non si parla solo di calcio, ma di un contemporaneo trasversale, uno spaccato dell’Italia e del mondo di allora, in quello che si delinea fin dalle prime battute come un pressing narrativo incessante ed avvolgente.
Nel racconto c’è tutto: dall’epica all’idillio, dall’umorismo grottesco alla cronaca. Per Davide Enia il calcio è una storia di eroi, una mitologia degna di esser narrata con i luoghi del “cunto”, epopea grandiosa che entra a pieno titolo nell’immaginario popolare. Il calcio come mitologia moderna, in una dimensione leggendaria ed avvincente. A questa mitologia assiste, o meglio, partecipa, anche la famiglia Enia, presente al completo sul palco attraverso una carrellata di ritratti affettuosi e taglienti, stigmatizzata in gesti ed atti scaramantici che la rendono irresistibile.
Il racconto rimane nel tracciato del teatro di narrazione: del genere conserva i temi della memoria e della Storia come epopea privata, l’idea che il territorio del mito si componga attraverso lo sguardo privato. L’originalità di questo giovane siciliano è allora altrove, in un anelito ritmico inimitabile, che trasforma senza impacci il rapido procedere della narrazione in blues nomade. Davide Enia è musica. E le figure ritmiche che dipinge accompagnandosi col piede e con le mani ricordano di volta in volta la rapida triangolazione di due attaccanti o la stasi vibrante della palla ferma al centro campo.
Per chi ha perduto questo spettacolo resta un’altra opportunità per scoprire il mondo del giovane autore-attore. Da stasera e fino al 19 dicembre andrà infatti in scena – sempre al Piccolo Eliseo – “Maggio ‘43”, spettacolo più esplicitamente vocato alla memoria, in cui i tempi neri della Palermo bombardata vengono raccontati attraverso un’accurata composizione di testimonianze private.

Visto in dicembre 2004

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