Allah, Google, i pescivendoli [II]
scritto sabato 22 marzo 2008 alle 21:51
Alle 13.30 però Parigi me la dimentico per davvero.
Dimentico tutto, anzi.
E mi pare di affondare in un sogno magnetico.
Vedo tutto dietro una lente di plastica. La luce parassita entra in un istante e solca lo sguardo di taglio.
Lunghe righe convesse tracciano la superficie umida delle mie iridi.
Bagliori.
Mi sembra tutto fotografato da una Holga.
Mi sembra tutto troppo strano.
Sarà che ho la maglietta intrisa della sera prima.
Sarà che ho il maglione intriso della birra della sera prima.
Sarà che ho dormito poco.
Sarà che le viscere mi si rivoltano in uno spasmo e che le sento incollate dal resto della schiuma.
Non basta neanche il croque che mangio, disgustato.
Sarà il fumo blu?
O forse è reale.
Bisognerebbe controllare su google map se il giorno in cui il punto geometrico spaziale, il satellite, è passato sulla precisa vericale dei poissonniers, bisognerebbe domandarsi se questo punto inesistente, se queste ascisse ed ordinate senza volume alcuno, non siano esse per caso passate di qua, sulla verticale dei poissonniers proprio di venerdì.
Magari un venerdì alle 13.30.
Magari anche lui, stanco, ubriaco.
Reduce da una nottata in cui il sole ha lambito di sbieco soltanto i suoi pannelli fotosensibili e pertanto stanco.
Satellite stanco ed ubriaco.
Stellite dopo la festa: guarda qui, satellite.
Guarda sulla verticale della rue poissonniers alla una e trenta minuti del pomeriggio.
Di venerdì.