Requiem per Parigi

scritto venerdì 6 novembre 2009 alle 10:27

requiem
Nel marzo 2006 Parigi m’innamorò.
Ed era la vita notturna a rapirmi. Dalla perpetua e sonnacchiosa Roma ad una capitale in cui era impossibile restare a casa.
Una capitale in cui le Notti Bianche erano all’ordine del giorno e non un’annuale eccezione alla regola.
All’epoca c’erano il Bal des Pianos alla ghigliottina, le domeniche danzanti al Théâtre de verre a due passi dai Grands Boulevards, la Générale des Arts nel cuore di Belleville, gli squat e le occupazioni artistiche, le crémailleres private che aprivano le porte ai passanti (mitica una serata casuale in un appartamento sul boulevard Voltaire), i balli alla Mer à boire. I bistrot roventi di fumo e concerti.
E poi c’erano i pic-nic sul bordo della Senna, al pont des Arts, sul canal St. Martin. Le birre gelate ai Trois frères, con la folla di avventori riversata per le strade del XVIII e gli organetti improvvisati in piena Montmartre.
Fu una lunga estate calda, quella.
Estate di sassofoni nella metropolitana e di tuffi nella Senna.
Bastava incamminarsi per la Buttes-aux-cailles per sbronzarsi, e cantare in strada scivolando a sud, in discesa verso un deposito ferroviario dismesso ed intrufolarsi poi nelle misteriose catacombe.
Certo, all’epoca Parigi già bruciava d’inquietudini e risse.
Era quello il tempo degli incendi e delle rivolte nelle Banlieu. L’epoca dello sciopero anti-cpe e dei lacrimogeni in strada e degli scontri a place Nation. L’epoca delle notti bianche con le coltellate in pieno centro e dei capodanni irrorati d’alcol e violenza.
E quindi si reagì. Con la telesorveglianza totale.
E venne la stagione della polizia e del controllo.
Oggi gli squat sono stati tutti più o meno sgombrati, la Guillotine s’è dovuta trovare una casa a Nanterre, sul canal St. Martin uno spinello può valere l’arresto, ed il leitmotiv delle notti passate a fumare fuori dai locali per via della legge antifumo è: niente bicchieri fuori, niente chiacchiere ad alta voce.
Questione di buon vicinato. E di polizia.
E davvero fa impressione la quantità di guardie messe a controllo di rue e boulevard: in bici, coi pattini, con le moto e le volanti non fanno che battere in lungo e largo la capitale.
Ed il poliziotto francese, con le sue armature in kevlar, i manganelli ben esposti e gli stivaloni militari, fa ben più paura di quello italiano.
Delle morte della nuit folle se ne sono accorti diversi organizzatori ed artisti della capitale francese, che in questi giorni in un appello che sottoporranno alle autorità municipali, parlano di «Paris, ville mortuaire», «ville soumise».
Mi pare però che l’Ancient Regime ritorni un po’ dappertutto in Francia, se appena un mese fa, a Metz – dove c’era la Notte bianca – mi sono imbattuto in uno squadrone di CRS (letteralmente Compagnie Repubblicane di Sicurezza) che in abiti paramilitari picchiavano un gruppetto di diciottenni, rei soltanto di esibire una sbronza rumorosa nella ricca e calma provincia del nord.
Spero solo che tutto questo non valga come consolazione a Roma, che rispetto a quel lontano 2006 è certo meno plumbea di Parigi ma sempre sonnacchiosa, immobile, statica.

rispondi e commenta qui, oppure fai un trackback (!?) dal tuo sito.

una risposta a “Requiem per Parigi”

  1. IOSONOSTILE scrive:

    ben detto!
    il problema è che spesso noi – provinciali di un impero che non è più il nostro – arrivamo sempre in ritardo, ma arriviamo purtroppo.
    fortunatamente finora le ronde sono state un flop. speriamo bene…

lascia un commento

Altri articoli in Paris Mushrooms

un sole irreale

E Parigi ai nostri occhi Ha regalato un sole irreale Oltre la cortina Che questo freddo impregna Di strato Distratto E Parigi sotterra ci ha benedetto E ancora non so Se benevola è questa musa O mortale Quanto tenera e scempia Quanto affamata e brutale...

parigi. ritorno.

Nel cuore mi avanza il métro Saltare al di là Delle porte - perché Non sarebbe mai stata più uguale Republique O Parigi a Parigi Toi même et les autres Nella fine del mondo più secca e brutale Fine distesa su bordi ineguali...

la città senza gatti: chats perchés

Parigi. Il suo romanticismo. Chat Perchés, ultimo documentario per la televisione di Chris Marker è una storia sul tempo e sulla libertà. L'autore ripercorre due anni di vita sociale parigina partendo dalla misteriosa comparsa dei gattini gialli sui muri della capitale francese per fare la storia...

(le deuxième) requiem pour le bal des pianos

Et voilà, c’est fait. Vendredi 29 juin le dernier Bal des Pianos. On en avait déjà joué le requiem il y a quelque mois, mais la volonté et les pressions politiques de ceux qui « sont fan » a bien évidemment conduit les organisateurs de la Guillotine à répéter l’événement avant que...

Parigi, la Francia, le presidenziali

Nella Francia delle presidenziali, nella Francia delle elezioni sul filo del rasoio, dei dibattiti alla televisione e dell'inizio della politica mediatica (ma con molta più attenzione che dalle nostre parti). Nella Francia dell'indecisione totale, in cui le numerose free press distribuite...

artaud: la vita crudele

Anche una biblioteca può mettersi in mostra ed aprire i suoi preziosi forzieri al pubblico dei non addetti ai lavori. Se poi la biblioteca in questione è la nazionale di Parigi, allora i tesori in questione sono sorprendenti. E’ il caso della mostra su Antonin Artaud che occupa in questi giorni...

diecimila metri

Tracciava sull'oblò il ghiaccio Geometrie Allusioni Klee ridotto a brina atmosferica Sogni O volti Che la memoria                        avrà                        trascurato A Parigi o chissà in quale altrove E che l'hostess non guarda E...

requiem pour le bal des pianos

Malheureusement c'est vrai. Il suffit de lire les quelques lignes sur le site Internet officiel pour apprendre que les gens qui étaient à la Guillotine vendredi 28 mars ont eu la chance de participer au dernier « Bal des pianos». Qu'est-ce que c'était que...